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Che cosa è realmente un Massaggio Ayurvedico

  • di Fausto Campanozzi
  • 29 mag 2016
  • Tempo di lettura: 4 min

Oggi va di moda, è innegabile.

È tutto un proliferare di SPA, centri benessere e organizzazioni simili, più o meno grandi, che, tra le altre cose, offrono massaggi ayurvedici. Ma siamo poi così sicuri che il massaggio ayurvedico sia eseguito e offerto nel modo corretto, e cioè secondo i canoni e le tecniche dettati dall’antichissima scienza medica ayurvedica?

Eh sì, perché insieme al proliferare di offerte di massaggi cosiddetti ayurvedici, c’è anche un proliferare di brevi corsi, rivolti a chiunque, che promettono di offrire una formazione in ayurveda nel giro di poche ore o di pochi giorni. Insomma, un marasma dovuto sì alla moda dilagante delle discipline orientali che promettono benessere e rinnovamento, ma anche all’assenza di regole, anche di tipo istituzionale, poiché ancora nessuno dei titoli ottenuti da studi seri in tutte le discipline olistiche, ayurveda compresa, è ufficialmente riconosciuto a livello regionale o statale.

E allora, come deve districarsi in questa selva chi si vuole avvicinare al massaggio ayurvedico e capire se ha poi ricevuto davvero un massaggio ayurvedico o una sua più o meno scarsa imitazione?

Prima di tutto vediamo cosa il massaggio ayurvedico NON È:

  • Il massaggio ayurvedico NON È un massaggio rilassante o estetico;

  • Il massaggio ayurvedico NON È un massaggio decontratturante;

  • Il massaggio ayurvedico NON È un massaggio linfodrenante;

  • Il massaggio ayurvedico NON È un massaggio dimagrante (non esistono massaggi dimagranti);

  • Il massaggio ayurvedico NON È un massaggio aromatico, fatto di oli profumati e di cose del genere;

Il massaggio ayurvedico è ANCHE tutto questo, ma, come ebbe a dire una volta una mia collega, tutto questo è la coda del drago, poi, davanti, c’è tutto il drago, che ovviamente conosce solo chi ha fatto degli studi seri, e cioè una scuola triennale o quadriennale di ayurveda con il relativo diploma.

Finalità di un massaggio ayurvedico

Per comprendere gli scopi e le finalità del massaggio ayurvedico, occorre tener presente uno di pilastri della medicina ayurvedica, e cioè che ciascun individuo è assolutamente UNICO e diverso da tutti gli individui esistenti sulla Terra; tale unicità è dovuta alla combinazione di tre DOSHA (o umori) che sono presenti in maniera individuale in ciascuno di noi. Essi sono VATA (il movimento), PITTA (il metabolismo o trasformazione), KAPHA (la stabilità).

Quando questi tre dosha non rispettano più l’equilibrio originario, il nostro organismo va in squilibrio, e ce ne accorgiamo dalla presenza di piccoli disturbi (non digeriamo più bene, non dormiamo bene la notte, l’intestino non funziona più bene, siamo sempre nervosi, il ciclo femminile si scompensa, avvertiamo dolori alle articolazioni o ai muscoli, soffriamo di vertigini, etc…). Tale squilibrio psicofisico, può portare poi, con l’andar del tempo, ad una patologia conclamata, che apparentemente niente ha a che vedere con lo squilibrio da noi avvertito.

Compito dell’ayurveda è cercare di prevenire queste patologie, cogliendo i sintomi di squilibrio, anche lievi, e riportando i dosha alla condizione ottimale prima che venga la malattia. In questo senso l’ayurveda fa prevenzione, e il massaggio è sicuramente una delle tecniche che consentono di fare questo. A patto, naturalmente, che sia eseguito da personale preparato, che conosca questi meccanismi, che sappia riconoscere la nostra costituzione (cioè la combinazione dei tre dosha), sappia altresì riconoscere l’eventuale squilibrio in atto o latente, e sappia cosa fare, cioè che tecniche, manualità, sequenze e oli utilizzare per riportare il sistema alla normalità.

Come si fa un massaggio ayurvedico corretto

Alla luce di quanto detto, quindi, il massaggio ayurvedico non è un semplice massaggio, ma un vero e proprio trattamento.

Durante un trattamento avviene sempre una reciproca trasmissione di energia, che è più che una semplice comunicazione fisica, ragion per cui entrambe le parti (donatore e ricevente) hanno una responsabilità nella buona riuscita del trattamento.

Il terapista quindi, prima di un massaggio, deve prepararsi mentalmente e fisicamente a ciò che lo attende, e non considerare quello che fa, un semplice mestiere per guadagnare.

Prima di cominciare, e prima che arrivi la persona che deve ricevere il massaggio, si assicurerà che l'ambiente sia idoneo al trattamento e che tutto sia a posto: i telefoni non devono squillare, la stanza dev'essere fresca e areata, pro­fumata di incenso possibilmente, ci sarà una musica rilassante e con volume adeguato, si eviteranno accuratamente spifferi di freddo e qualsiasi altro motivo di disturbo, quali rumo­ri, odori e così via. Quando la persona da trattare sarà pronta, libera dai vestiti e da ogni oggetto metallico che indossava, l’operatore ascolterà il polso del ricevente, ponendo tre dita una accanto all’altra all’inizio dell’arteria radiale.

L’ascolto del polso (Nadi Vigyan) è la più antica metodica ayurvedica che consente di riconoscere la costituzione di una persona e l’eventuale squilibrio. Si osserveranno anche le unghie, la lingua e le piante dei piedi, tutte cose che ci forniranno ulteriori informazioni sullo stato generale. Poi si ascolterà la persona, in merito e eventuali piccoli disturbi, che ci diano indicazioni su come intervenire con il nostro trattamento per aiutarlo a riportare l’equilibrio tra i dosha.

Tutto questo ci fa capire perché un massaggio ayurvedico è sempre diverso da persona a persona, non solo, ma è anche diverso sulla stessa persona ogni volta che viene a ricevere un massaggio, perché diverse saranno le sue condizioni psicofisiche e l’eventuale squilibrio da trattare.

A questo punto il lavoro da fare sarà chiaro e si può iniziare il trattamento. L’operatore sa adesso che tipo di trattamento fare, su quali dosha intervenire, che oli utilizzare e su quale parte del corpo. Saprà di certo se utilizzare manualità riscaldanti (per aiutare l’equilibrio VATA), rinfrescanti (per aiutare il Pitta) o drenanti (per aiutare il Kapha), saprà come mescolare le 159 manualità apprese durante i suoi studi, e infine come far sentire il ricevente a suo completo agio e benessere. Tutto questo senza che chi riceve si accorga dei benefici che sta ricevendo. È importante però accorgersi se chi si sta prendendo cura di noi lo sta facendo in maniera competente.

A questo punto l’operatore, assunta la postura, si fermerà un attimo in concentrazione, respirando in maniera rilassata, sfregherà le mani una contro l'altra per caricarle di energia calda, poserà per qualche istante le mani sul corpo di chi riceve per ascoltare la sua energia e mettersi in sintonia.

E buon massaggio!

© Dr. Fausto Campanozzi – Naturopata e terapista ayurvedico

Vietata la riproduzione, anche parziale, di questo articolo


 
 
 

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